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Testimonianza

Papa Francesco

Immigrati morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte. Così il titolo dei giornali. Quando alcune settimane fa ho appreso questa notizia, che purtroppo tante volte si è ripetuta, il pensiero vi è tornato continuamente come una spina nel cuore che porta sofferenza. E allora ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare, a compiere un gesto di vicinanza, ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta. Non si ripeta per favore. Prima però vorrei dire una parola di sincera gratitudine e di incoraggiamento a voi, abitanti di Lampedusa e Linosa, alle associazioni, ai volontari e alle forze di sicurezza, che avete mostrato e mostrate attenzione a persone nel loro viaggio verso qualcosa di migliore. Voi siete una piccola realtà, ma offrite un esempio di solidarietà! Grazie! Grazie anche all’Arcivescovo Mons. Francesco Montenegro per il suo aiuto, il suo lavoro e la sua vicinanza pastorale. Saluto cordialmente il sindaco signora Giusi Nicolini, grazie tanto per quello che lei ha fatto e che fa. Un pensiero lo rivolgo ai cari immigrati musulmani che oggi, alla sera, stanno iniziando il digiuno di Ramadan, con l’augurio di abbondanti frutti spirituali. La Chiesa vi è vicina nella ricerca di una vita più dignitosa per voi e le vostre famiglie…

Volontario

Norberto Lubanja

Don Norberto Lubanja è un sacerdote diocesano di Bukavu nella Rep. Dem. Del Congo, rettore del seminario maggiore San Mbaga Tuzinde di Bukavu. Si occupa anche di apostolato scolastico presso le scuole più povere e svantaggiate del suo territorio.
Don Norberto da subito è entrato in grande sintonia con la nostra associazione. Ne abbiamo apprezzato fin da subito, oltre alla sensibilità e intelligenza, la lucidità e concretezza nel conciliare le finalità dell’ADO con i bisogni della popolazione del suo territorio. Le sue proposte sono sempre meticolosamente dettagliate sia in fase preventiva che consuntiva. Ci fornisce continuamente materiali di documentazione sullo stato di avanzamento dei programmi di aiuto. Con lui si è realizzato il sogno di una prima scuola costruita interamente dall’ADO e intitolata a Davide.

Volontaria

Jean Marie Kalère

Jean Marie rappresenta per noi il pioniere che ha ispirato la nostra associazione e che ci ha consentito di iniziare il nostro programma di aiuti nella Repubblica Democratica del Congo. L’incontro con Jean Marie si è realizzato grazie al suggerimento di Oriana Vallaspra, una delle nostre più preziose volontarie. Quando abbiamo incontrato Jean Marie, in un caldo pomeriggio di agosto, viveva a Villa Santa Maria, nella sede dei Caracciolini per poi diventare parroco nel paesino montano di Montebello sul Sangro.
In quella occasione padre Jean Marie ci ha proposto di iniziare un programma di aiuti diretti per consentire a tanti bambini di poter accedere alla scuola primaria. Ci ha spiegato che questa era la strada migliore per intervenire a favore dei minori piuttosto che quella di fare adozioni a distanza. In questo modo, infatti, i minori restano nelle loro famiglie, nel loro villaggio e, grazie ai costi ridotti delle rette scolastiche, è possibile dare poco a tanti e aiutare un maggior numero di persone.
E’ cominciato, così, il nostro primo programma di aiuti umanitari nella Repubblica Democratica del Congo con un intervento diretto nel villaggio di Loashi. Padre Jean Marie andava personalmente nel villaggio per consegnare personalmente i fondi raccolti da ADO e rendicontare il lavoro svolto nella scuola anno per anno. Per fare questo, padre Jean Marie affrontava ogni volta un lungo e pericoloso viaggio attraversando vie sterrate dissestate e rischiando di imbattersi in pericolosi gruppi ribelli armati che purtroppo, soprattutto nella regione del Kivu, dove da diversi anni è in atto una guerra endemica nel disinteresse totale della comunità internazionale, sono particolarmente numerosi.
Jean Marie è stato un vero eroe, che ha rischiato tante volte di persona, pur di portare avanti il nostro programma di aiuti in Africa. E’ una persona mite, minuta, di grande dolcezza, a cui dobbiamo tanta riconoscenza. Gli aiuti a Loashi si sono interrotti a causa della guerra del 2013, quando il villaggio di Loashi è stato distrutto ed era diventato troppo pericoloso raggiungerlo. Da allora l’ADO
ha iniziato a sostenere direttamente le scuole caraccioline, collaborando direttamente con Padre Raffaele Mendolesi, direttore generale dell’ordine dei Caracciolini.
Vogliamo ricordare che in questa zona, il 22 febbraio 2021, è stato ucciso l’ambasciatore italiano Luca Attanasio insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo.

Volontario

Raffaele Mendolesi

Padre Raffaele Mendolesi è stato direttore generale dei Caracciolini ed è vissuto in Congo per molti anni della sua vita. ADO ha collaborato con lui per sostenere le scuole presenti nella regione del KIVU della Repubblica Democratica del Congo, nelle località di Goma, Njamilima, Kamole. In questo caso la tipologia degli aiuti è stata funzionale alle richieste del momento e poteva variare dal pagamento delle rette o di arredi fino a lavori di ristrutturazione di edifici scolastici danneggiati.

Padre Raffaele, profondo conoscitore del Congo, ha supportato molto la nostra associazione partecipando, come relatore, a tanti incontri nelle scuole e nel territorio, sia in occasione della giornata dei diritti del fanciullo che nella presentazione del nostro programma di aiuti S@S (Scuola adotta Scuola).

Volontario

Valerio Mushagalusa Polisi

Don Valerio, di origine congolese, è stato il nostro parroco, nella chiesa di San Pietro a Lanciano.
Abbiamo avuto con lui tanti incontri per parlare dei nostri programmi in Congo e ne abbiamo avviati altri, all’interno della parrocchia, a sostegno delle prime comunità di migranti che erano giunte nel nostro territorio. Con Don Valerio, in particolare, l’ADO condivideva il messaggio apostolico di papa Francesco, che aveva scosso il mondo con il suo celebre discorso di Lampedusa, dove denunciava il fenomeno della globalizzazione dell’indifferenza. Nel nostro territorio si cominciava a toccare con mano il dramma dei migranti e partivano i primi programmi di accoglienza in centri improvvisati come il Camping di Torino di Sangro. Abbiamo deciso insieme di occuparci subito anche di un’Africa molto più vicina a noi che aveva urgente bisogno di aiuto. I migranti arrivati a Torino di Sangro nel mese di novembre non avevano le scarpe né i vestiti invernali. Camminavano scalzi nel fango, non parlavano la nostra lingua. Mancava assolutamente un programma di integrazione capace di gestire questa nuova emergenza umanitaria. Con don Valerio abbiamo cercato di sensibilizzare i parrocchiani, raccogliendo i primi indumenti, per poi portare avanti altri programmi di aiuti, tra i quali la consegna di 90 biciclette (una per migrante), per consentire loro di muoversi da una zona particolarmente isolata senza correre il rischio di acquistare a basso prezzo bicilette rubate. Poi sono arrivati i 90 panettoni di Natale, come omaggio di accoglienza verso questo mondo di dispersi.
Questa prima esperienza con i migranti ci ha fatto toccare con mano tutta l’inadeguatezza del sistema di accoglienza che era stato messo in atto in Italia. Abbiamo capito di lì che senza un programma di alfabetizzazione linguistica non si sarebbe potuto avviare alcun possibile percorso di inclusione. Da questa consapevolezza, grazie anche all’incontro con Eraldo Affinati, è nat successivamente la scuola Penny Wirton di Lanciano. A don Valerio, persona di grande intelligenza e cultura, con la quale abbiamo avuto modo di collaborare da vicino per lungo tempo, dobbiamo la realizzazione di un sogno, ossia la costruzione di una prima scuola intitolata a Davide, nella Repubblica Democratica del Congo. E’ stato lui, infatti, a presentarci don Norberto Lubanja, con il quale abbiamo avviato il progetto “Un mattone per KATANA”.

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